domenica 19 dicembre 2010

L'autismo è una condizione che in ogni età della vita ha bisogno di interventi specifici, in relazione al grado di severità o meno del disturbo. Il momento più importante dopo la nascita e le relazioni nell'ambiente familiare è quello in cui il bambino entra a fare parte di una comunità scolastica. è auspicabile che il primo mondo da visitare sia quello della scuola dell'infanzia. Questa è una tappa fondamentale nella vita del bambino e difficile, perché il bambino deve essere accettato e rispettato nel modo di pensare e di apprendere. Se questo compito è compreso dagli insegnanti è difficile da far comprendere ai compagni di quell'età. Chiedo conferma di questa mia ipotesi alle insegnanti della scuola dell'infanzia. Nella scuola primaria il compito di far passare o meglio di canalizzare gli apprendimenti in un mondo che rimane poco sondabile è una sfida irrinunciabile per l'insegnante. All'insegnante di scuola primaria non basta lavorare con le immagini come veicolo di comunicazione, di apprendimento, di gioco, all'insegnante di scuola primaria è richiesto di capire comportamenti e messaggi del bambino, dall'urlo allo scarbocchio fatto con rabbia. In quel momento il bambino parla, manda messaggi, vuole essere compreso, non ha senso quindi pensare che un rimprovero lo metta a posto perché deve imparare, non deve fare i capricci.
Tutto ha una spiegazione e per tutto c'è una soluzione, quindi bisogna cercarla. Io parto dal principio che il bambino autistico, come tutti i bambini sia un bambino onesto al quale è dovuto rispetto. Il compito dell'insegnante di sostegno è di entrare in questo mondo chiuso e dargli la parola, dargli un suono ed un significato e questo non è affatto semplice.

Lucia

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