lunedì 21 febbraio 2011

CAA e Fondazione Benedetta d'Intino

Salve a tutti i lettori di questo blog!
Sabato scorso a Fermo ho avuto modo di partecipare ad una giornata di formazione sulla CAA, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa. La docente è stata Aurelia Rivarola, una neuropsichiatra infantile che opera all'interno della Fondazione Benedetta d'Intino, fondanzione che si impegna a difesa del bambino e della famiglia attraverso le differenti realtà operative in Italia e all'estero. 
L'incontro con la dottoressa è stato a dir poco illuminante; si è parlato dell'importanza della comunicazione come un fondamentale diritto umano. Spesso diamo per scontato questo concetto ma effettivamente è così: la comunicazione non è un dono, bensì un diritto che dà dignità alla persona. Pensate quale grande potenziale possediamo noi maestre di sostegno (ma anche gli altri operatori che lavorano con bambini disabili): possiamo donare un mezzo di comunicazione, un canale importante di espressione a tutti quei bambini che altrimenti sarebbero condannati a rimanere senza voce. 
Tutto questo non è rivolto esclusivamente a chi possiede handicap motori gravi ma pensiamo anche, e soprattutto in questa sede, ai bimbi autistici e a quanto si può fare attraverso la scoperta di un qualsiasi canale di espressione. 
Il discorso sarebbe molto ma molto più ampio e per questo motivo vi lascio semplicemente alcune frasi di ragazzi disabili che mi hanno colpito e vi invito veramente con il cuore a visitare il sito della suddetta fondazione e tutti i link che ho inserito in questo post!

"...E poichè oggi desidero parlare dell'importanza della comunicazione, dirò anche di come la mia vita è cambiata da quando ho iniziato ad emergere come persona pensante e capace dunque di esprimere emozioni o bisogni dopo gli anni bui di un silenzio assoluto. Un silenzio che mi obbligava a dover scegliere il bianco, mentre invece avrei preferito il nero oppure qualche altro colore magari un pò vivace. Inceve non si poteva in quanto erano sempre gli altri che si appropriavano, certamente in maniera involontaria, delle mie idee, dei miei desideri, dei miei sentimenti, cioè della mia stessa identità."
Angelo Signorello. 

"Spesso la gente fa un parallelo fra la capacità di parlare e la nostra intelligenza. La CAA rende più difficile ignorarci e permette a ciascuno di noi di far sentire la propria voce...colore che pensano che chi non può parlare non può nemmeno pensare, dovranno per forza riconoscere la nostra intelligenza, e la nostra umanità, una volta che iniziamo a 'parlare' con loro. Quando tu non puoi parlare e la gente crede che la tua mente è handicappata come il tuo corpo è veramente difficile cambiare loro opinione...fino a che la gente ha pensato che il mio cervello non servisse a niente e che le espressioni del mio viso e i suoni che emetto fossero senza significato, io sono stata condannata a rimanere senza voce." Ruth Sienkewicz-Mercer.

In ultimo vi lascio una breve composizione che ho già stampato e appeso in camera!
"Prenditi il tempo. 
Prenditi il tempo per guardarmi.  
Prenditi il tempo per ascoltarmi.  
Prenditi il tempo per conoscermi. 
Prenditi il tempo per occuparti di me.  
Prenditi il tempo per farmi domande.  
Prenditi il tempo per le mie risposte. 
Prenditi il tempo per comprendermi.   
Prenditi il tempo per essermi amico".
Kari Harrington.

3 commenti:

Lucia ha detto...

Bravissima Mietta, hai fatto benissimo a farci partecipi di questa tua esperienza con gli esperti del settore. Io ho lavorato con un bambino che non parlava, ma che scriveva al computer e i suoi temi erano i più toccanti e i più belli di tutti. Una volta ha scritto che lui avrebbe dato qualsiasi cosa per sentire la sua voce, sapere come sarebbe stata e poter parlare come tutti gli altri per dire ciò che voleva.
Quindi quello che noi possiamo fare, nel rispetto delle possibilità di ogni singolo bambino, laddove si può, bisogna fargli capire che il linguaggio serve loro per ottenere quello che vogliono. Quindi aspettiamo prima di concedere ciò che non ci è stato chiesto, se lo vorranno, dovranno "guadagnarselo" e nello stesso tempo saremo più rispettosi delle loro vere esigenze.

Monia Pergoloni ha detto...

Ciao Mietta, il tuo post mi ha colpito tanto, sono andata subito a vedere sul sito che hai indicato... si parla di comunicazione,di strategie che permettono ai disabili di dar voce ai loro bisogni...
"l'opportunità di comunicare in modo efficace, ovvero di tradurre il proprio pensiero in una serie di segni intelligibili per l'interlocutore. "

Mietta ha detto...

L'incontro mi ha fatto riflettere veramente tanto sulle opportunità che abbiamo noi insegnanti di sostegno per fare in modo che tutti i bambini possano comunicare attraverso un codice. E' veramente importante trovare un canale di comunicazione anche con i bambini autstici.